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Donatella

Non è semplice decidere da dove iniziare per raccontare ... Ho 45 anni oggi, ne avevo 43 quando tutto è iniziato, come mia madre quando si è separata da mio padre e mio fratello aveva 12 anni, proprio come mio figlio quando l'ho fatto io...coincidenze...

13 anni di vita insieme due figli di 12 e 6 anni una casa una vita comune, forse, nella norma...quello di cui non ho mai dubitato era il sentimento che ci univa...certo siamo sempre stati molto diversi per carattere...interessi..back ground culturale...ma insieme avevamo costruito una famiglia...ed io pensavo i suoi figli fossero importanti...fossero una ragione valida per rivedere quello che non funzionava più...mettendosi in discussione insieme...cercando una soluzione...ridefinendo il nostro progetto di vita concordando nuove regole... Lui una soluzione l'aveva già elaborata da solo...si era già perso da tempo davanti allo schermo di un computer...in un mondo virtuale che forse gli era più congeniale...aveva deciso che era finita...e la comunicazione si è chiusa, era come parlare lingue diverse... Pensare la mia vita senza di lui inizialmente mi ha annientato...ma più ancora mi annientava il dolore del ricordo della separazione dei miei genitori e di quello che era successo dopo: le difficoltà, economiche ed emotive...l'abbandono.. un padre ritrovato dopo 12 anni 6 giorni prima della sua morte...perchè anche se non ci aveva più visti o cercati rimaneva sempre nostro padre...Il mio ex marito diceva che ai nostri figli non sarebbe successo, che non tutti i padri si comportano allo stesso modo... Ma dopo il primo dispositivo giudiziale che assegnava la nostra casa a me con i bambini, ha cominciato a non  rispettare nessuna delle disposizioni del giudice, fino a licenziarsi e trasferirsi a Roma; in due anni ha visto i bambini 2 volte per poche ore. La colpa di tutto ovviamente è mia che gli ho messo contro i figli e mi sono presa tutto: casa, mutuo, figli e rispettivo mantenimento economico ..etc. etc...invece lui non si riconosce nessuna responsabilità verso nessuno, nemmeno i suoi figli. Non ci parliamo da mesi e non ho nessuna voglia di farlo.... Vivo la quotidianità con i miei figli...sto facendo un percorso psicologico, sto piano piano risalendo la china ma la sofferenza che a volte sento dentro non sono ancora riuscita a colmarla o accettarla. Da fuori tutti percepiscono una donna determinata, tenace che lotta per difendere i suoi diritti che sicuramente ce la farà...io invece vorrei potermi arrendere, fermarmi, non dovere più lottare o anche pensare a nulla, se non a ciò che sento...lasciandomi andare...piangere ...riuscire a fidarmi di nuovo ...non sentirmi in colpa perchè ogni tanto vorrei del tempo solo per me da sola...Vorrei che i miei figli ritrovassero la serenità...so che sarebbe importante ristabilire un rapporto con il padre ma io proprio non riesco a fidarmi di lui ... A volte la rabbia mi assale ancora...io tutelo i miei figli cerco di fare del mio meglio sotto ogni aspetto, ma a me chi ci pensa..anche la legge...fa acqua da tutte le parti e.mi ritrovo a dover fare tutto completamente da sola, a volte il peso è veramente troppo!

Donatella

 


 

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