top a

Nello

“..Io non ti devo nulla. Tu papà sei sparito dalla circolazione, e non puoi immaginare quanto io ci ho perso venendo via da Salerno..." Con queste parole è cominciata una chiacchierata con mio figlio (17 anni) sul telefonino.

Ancora una volta è emersa tutta la sua rabbia e mi ha fatto sapere che era la mia assenza ad aver generato tutto questo, e cioè se io fossi stato fisicamente presente avremmo potuto fare qualcosa perchè sua mamma non si trasferisse a Palermo, mentre siccome io non c'ero, quella decisione lui ha dovuto subirla. Inutile fargli notare che lui e suo fratello e ancor più sua madre non mi hanno dato la possibilità di stare loro vicino. Che i miei sforzi, i miei tentativi di stare loro vicino sono stati inutili, mi hanno sempre respinto. Io ho dovuto infatti prendere atto del loro trasferimento a cose fatte, e la cosa che mi ha fatto più male è che i miei figli -che invece lo sapevano- anche loro non mi avevano detto nulla.nMentre la loro madre si è ben guardata di fare altro che mandarmi la notizia tramite la lettera del suo avvocato. In quella conversazione di mio figlio ho ascoltato tutto quello che aveva da dirmi, assecondando la sua rabbia con calma e con dolcezza. Inutile stare lì a sottilizzare o fare discorsi che lo potrebbero turbare ancora di più. Ho fatto la spugna, assorbendo ancora una volta i suoi colpi ai quali, peraltro, ci sono abituato.

Ma la cosa che mi ha colpito di più è stata la piega che ad un certo punto ha preso la conversazione: mi sembrava che stesse parlando la madre: stessi discorsi, stessi argomentii: ancora una volta Paola, la mia nuova compagna, è tornata ad essere il capro espiatorio, è lei l'origine di tutti i mali! Ancora la convinzione dei miei cari che sia stata lei la ragione per il loro abbandono! Ma come si fa a spiegare a un ragazzino di 17 anni che non è proprio così e che il mio cuore ora vive per metà: una parte vive per l'amore della mia donna e l'altra è morta per l'assenza dell'affetto e dell'amore dei miei figli! Ci ho tentato tante volte, ma l'argomento loro non lo possono capire. Ho cercato le parole per rassicurarlo come sempre sul mio amore per loro e non so quanto spazio si siano fatte queste parole dentro la scorza oramai indurita del suo cuore. Ci siamo salutati e gli ho chiesto di dare un bacio a suo fratello da parte mia, visto che non ho la possibilità di parlare con lui. NO, mi ha detto, se vuoi, fallo tu!

"E come?" dico io

"Chiama sul telefono di mamma e fallo".

"OK, nessuna possibilità di parlare direttamente con lui allora, perchè sai che questo non è possibile."

E poi ha aggiunto: "La prossima volta che vuoi parlare con noi, chiama sul telefono di mamma. CIAO".
Poi mi ha bloccato il contatto. Il pomeriggio di qualche giorno dopo, era il mio onomastico, sono andato in linea. Sapevo che lui mi aveva bloccato ma, nonostante questo,  è venuto in linea. Abbiamo parlato, chiacchierato con maggiore serenità. Abbiamo parlato della scuola, dell'occupazione, dei programmi scolastici
"...i professori qui sono noiosi..." . In effetti il programma della nuova scuola sono molto diversi da quelli di Salerno e lui ne sta risentendo. Nonostante il tono pacato e apparentemente tranquillo, dalla parole di mio figlio traspariva una rabbia repressa. Gli ho detto del mio onomastico e lui mi ha fatto gli auguri. Poi lui è voluto andare via e così ci siamo salutati. Qualche ora più tardi ricevo un sms della madre con cui insieme ai figli mi fa gli auguri per il mio onomastico "dalla bella Palermo". La cosa non mi ha sconvolto più di tanto, sapevo che era una provocazione e me la sono fatta scivolare addosso. Invece a Paola l'ha colpita in piena fronte...e non sono riuscito ad evitare che la giornata, che era andata benissimo fino a quel momento, finisse nel peggiore dei modi. Così fino a domenica io e Paola non abbiamo parlato d'altro, delle sue teorie spesso strampalate sulle manovre occulte della madre dei miei figli. Insomma la tensione tra noi è stata alta fino a domenica pomeriggio, quando finalmente siamo andati in campagna a raccogliere olive e noci. Siamo tornati a casa stanchi ma più rilassati con un cestone colmo di noci. E' stato un giorno molto lungo, quello del cambio dell'orario estivo con quello invernale, ma di lì a poco sarebbe stata ancora più lunga.

Squilla il telefono di casa e Paola risponde...pronto..."...pronto...sono Cinzia, posso parlare con Nello?". Paola stentava a crederci, infatti glielo ha richiesto "chi sei?..." "sono Cinzia, posso parlare con Lello?". Era successo quello che temevo: la rabbia di mio figlio era esplosa e aveva travolto la madre. Ora stava per travolgere me...e Paola. Siamo stati più di un'ora al telefono sia con la madre che con mio figlio. Il problema era che lui continuava a dire: "Papà non ce la faccio più a stare qui...un'altra settimana e io muoio. Voglio venire lì da te, a Salerno...". Se la madre non era riuscita a farlo ragionare e a fargli cambiare idea, figuriamoci se ci sarei riuscito io per telefono. Gli ho detto: "Casa mia è casa tua. In qualsiasi momento tu voglia venire da me sai che non ci sono problemi. Ma rifletti prima di fare una scelta del genere dalla quale non sarà possibile tornare ancora una volta indietro. Dovrai cambiare di nuovo scuola e residenza. Pensaci bene, amore mio..."Ma non voleva sapere ragioni..."...domani mi devi dire se vieni a prendermi o no, perchè io un'altra settimana qui non ci resisto". E io: "...ma non ci pensi a tuo fratello? come si sentirà solo senza di te. Lo sai che  stravede per te e quale dolore gli daresti se tu te ne andassi via!". Niente, neanche queste parole lo hanno convinto.

La bomba era scoppiata. Possibile che la madre non potesse prevederlo? possibile che non si sia accorta del malessere di Enzo tanto da non dirmi niente? Possibile che non si sia accorta di avere acceso la miccia? o non voleva vedere? Voleva far finta che le cose andassero bene ed evitare di sentirsi anche solo in colpa prima che la bomba scoppiasse... Certamente io non lo immaginavo che il trasferimento di due ragazzini adolescenti sarebbe stato rosa e fiori, e per giunta avvenuto così, di nascosto. Questo sono state le conseguenze del suo comportamento avventato.
Comunque ieri ho avuto una lunga conversazione telefonica con la madre. Forse insieme riusciremo a convincere Enzo a rimanere lì. Ma adesso è tutto più difficile, speriamo di essere ancora in tempo.
Il prossimo fine settimana dovrò scendere a Palermo. Mi auguro di saper gestire la cosa e di rassicurarlo un pò......


Torna alle Storie di Genitori Singolari >>