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Come rassicuro mia figlia?

Mi chiamo Francesca, ho 32 anni e vivo con mia figlia da sola. Sono separata da suo padre da quando è nata, lui è una persona con molti problemi anche di natura legale. Ha commesso molti errori e dal suo comportamento dimostra ancora di non aver imparato e per questo mi sento responsabile nei confronti della bambina in quanto anche il giudice gli ha concesso solo tre ore alla settimana da trascorrere con la bimba in presenza dei miei o dei suoi genitori o di me.

circolo virtuoso

Lui non rispetta le visite e spesso quando chiama per vederla poi non si presenta,la bimba soffre molto per questo e io non so davvero che risposte darle e come nascondere il mio astio nei confronti di suo padre. Vorrei rassicurare di più mia figlia e dedicarle più tempo, ma questo non è sempre possibile dato il mio lavoro e il bisogno economico che mi spinge a fare moltissimi sacrifici. In più viviamo a Milano e i miei genitori sono a Roma quindi andiamo a visitarli ogni due mesi. La bimba a volte sembra non desiderare di stare con me e mi chiede di andare dai nonni, io ho paura che faccia cosi perchè non le basta quello che io le dò e  quando sono un pò più dura con lei perchè fa i capricci e mostra un disagio a causa delle assenze del padre e si trova dai nonni mi dice che non vuole stare con me e preferisce rimanere da loro. Non so cosa fare,ho provato a stare con lei dai miei ma allo stesso tempo la bimba dopo un pò che era li mi chiedeva di tornare a Milano e mi assillava. So che dovrei avere più equilibrio, ma non è facile, dato che ogni volta c'è un problema come suo padre che scompare o le baby sitter che vanno via.
In questo momento non ho un compagno e mia figlia mi chiede spesso una famiglia e dei fratellini,cosa posso fare? E' giusto continuare a vivere da sola con lei se tutto ciò che posso darle in questo momento è me stessa? Ho anche pensato di rimanere a casa dal lavoro per un pò per dedicarmi di piu a lei evitandole baby sitter dato che lavoro su turni e compensare con un lavoro da casa che ho trovato su internet che sembra molto retribuitivo anche se noioso.
Grazie
Francesca da Milano


Cara Francesca,
non dice nella lettera quanti anni ha sua figlia, ma presumo dalla sua età che sia ancora piccola. In questo caso il bisogno di stabilità che sembra derivare dalla richiesta di fermarsi coi nonni è più che naturale, ma naturalmente se questo comporta di fare a meno della mamma la bambina entra in confusione, perché questa è una delle scelte che i bambini non sanno e  non possono fare.
Come rassicurare dunque la bimba e dare lei la stabilità affettiva, di cui chiede in una famiglia come la sua dove lei sembra essere l’unico -ma fragile e solo- elemento di ancoraggio?
Da quanto dice, mi sembra che lei abbia bisogno innanzi tutto di aiuto materiale e pratico: i nonni lontani e le baby sitter che vanno e vengono non aiutano. Né lasciare un lavoro sicuro a favore di una prospettiva vaga come quella trovata su internet mi sembra vada nella direzione sperata, anche se nelle intenzioni è volta a facilitare un contatto maggiore con la figlia.
Lei ha bisogno innanzi tutto di crearsi una rete di supporto intorno, che le consenta di sentirsi meno sola. E di appoggiarsi a qualcuno che non siano i suoi genitori lontani, con la sicurezza di sentire che il suo bisogno è compreso e condiviso. Non esistono solo i fidanzati che possano darle questo e la stabilità affettiva che giustamente sente importante per sua figlia non può essere rimandata al momento in cui riusciremo ad incontrare il principe azzurro.
Non so perché da noi sia così poco diffuso, ma credo fortemente nel co-housing, sistema di condivisione di spazi/appartamento fra persone che hanno lo stesso tipo di problemi. E’ diffuso magari fra gli studenti, ma fra le mamme single/sole come lei non lo è molto. Mentre una mamma potrebbe alternare l’altra nella gestione dei figli, meglio se con età simili, ed inoltre si creerebbe un sistema di solidarietà e di mutuo soccorso sulle piccoli-grandi incombenze della vita, che diventano macigni insuperabili quando si è da sole. Insomma, da aiuto e sostegno pratico può diventare una risorsa anche psicologica ed affettiva.
In alternativa, se lo spazio abitativo glielo consente, le suggerisco una ragazza alla pari. Niente a che vedere coi costi di baby sitter fisse o colf (vi sono molti siti ed agenzie che mettono in contatto domanda –offerta e spesso si tratta di studenti stranieri che chiedono vitto e alloggio e un rimborso contenuto).
Insomma, più che ad un nuovo compagno, sulla cui scelta peserebbe più che l’amore  e l’affinità il bisogno concreto del sostegno, le suggerisco per ora di mettere mano a  questo secondo fattore di stabilità in modo alternativo, così che possa ritrovare quello spazio di tempo e di serenità interiore che le consenta di guardare a sua figlia con meno affanno e più fiducia.
Un caro abbraccio.

(a cura di L.Francioli)
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